Ascoltare questo disco è stato come fare un
viaggio. Nei ricordi, nei suoni, nei colori della voce di questa cantante.
Nelle emozioni. Perché il bello della musica è anche questo, che è varia. Per
cui non si può almeno una volta non ascoltare un album come questo, in mezzo al
mare di canzoni pop che affondano generi più sofisticati e indefinibili come
quello di Bjork. Perché il suo pregio è proprio questo, che in tanti anni di
carriera è riuscita a sperimentare, variare in continuazione, pur mantenendo
un’identità di fondo unica e riconoscibilissima. Questo disco è uscito in
versione digitale in anticipo rispetto alla data prevista, di preciso due mesi
prima poichè un leak (come ormai succede spesso negli ultimi anni) ne aveva
messo in vendita su alcuni siti le canzoni. Da qui la scelta di anticiparne
l’uscita, almeno in digitale.
Non è un disco semplice questo ma per 'orecchie fini'. Lei lo ha definito su Fb 'A complete hearthbreak album'. Ebbene, possiamo effettivamente dire che è così. Io personalmente l'ho ascoltato, anzi me lo sono gustato, in tre sessioni diverse, cercando canzone dopo canzone e testo sotto agli occhi, di coglierne il significato. Voglio però riportare le mie impressioni tutte insieme in questa recensione.
Non è un disco semplice questo ma per 'orecchie fini'. Lei lo ha definito su Fb 'A complete hearthbreak album'. Ebbene, possiamo effettivamente dire che è così. Io personalmente l'ho ascoltato, anzi me lo sono gustato, in tre sessioni diverse, cercando canzone dopo canzone e testo sotto agli occhi, di coglierne il significato. Voglio però riportare le mie impressioni tutte insieme in questa recensione.
Nell’album si respirano tre diversi stati d’animo:
nelle prime tre canzoni (Stonemilker,Lionsong e History of touches) si avverte
una certa frustrazione in un mare di malinconia e nostalgia; le altre tre
(Black lake, Family, Notget) sono ancora più riflessive, in particolar modo
affrontano il discorso della rottura famigliare, mostrando una grande capacità
di mettersi a nudo e aprirsi completamente verso l’ascoltatore, in una sorta di
sfogo; le ultime tre (Atom dance, Mouth mantra, Quicksand) affrontano più
o meno le stesse tematiche, spostandole però da un piano personale ad uno più
generale e sicuramente più positivistico (della serie ‘ciò che segna insegna’).
Probabilmente (è sempre bene informarsi sulla
biografia di un artista per capirne appieno le opere) il disco affronta queste
tematiche in seguito alle vicissitudini personali della cantante (la
separazione dall’artista Matthew Barney) che influenzano notevolmente questo
lavoro, ponendo in particolar modo l’accento sull’importanza della famiglia
come unità e sui devastanti effetti che possano conseguire la sua dissoluzione.
Nel disco questa sorta di stato sfogo-confidenziale è evidente, tanto che la
cantante sembri quasi a tratti sussurrare, con voce rotta, le semplici (ma
incisive) parole, accompagnate da questi suoni che rendono perfettamente
l’atmosfera e il senso del loro contenuto. In Stonemilker ad esempio ripete nel
ritornello ‘Show me emotional respect, And I have emotional needs, I wish to
synchronize our feelings’, facendo avvertire un senso di nostalgia e profonda
insofferenza, in cui l’ascoltatore fluttua circondato da un flusso di archi che
rimangono a suonare fino all’ultima nota. Si passa poi dalla ‘probabilistica’
‘Lionsong’ alla bellissima ‘History of touches’ in cui sveglia il suo amato per
esprimergli tutto il suo amore e in cui sembra rivivere, con evidente
nostalgia, ogni singolo momento condiviso insieme. Mai in tutto l’album come in
questa canzone è evidente come si possa trattare un argomento così comune come
l’amore in maniera del tutto originale e cruda. Il punto sicuramente più alto e
allo stesso tempo profondo del disco è rappresentato da ‘Black lake’, che
rappresenta anche la sintesi di tutto questo lavoro: è chiaro infatti il ruolo
svolto dai vari arrangiamenti, costituiti dal suono ‘malinconico’ degli archi e
da quello introspettivo e psicologico dell’elettronica. ‘I am one wound, my
pulsating body, Suffering be. My heart is enormous lake, black with potion, I
am blind, drowning in this ocean’ canta Bjork, celandovi il vero significato di
questo disco: l’amore inteso come sofferenza, da cui è difficile uscire.
Impossibile non rimanere affascinati dal crescendo di questo brano, e nel
testo, e nelle musiche.
Passando da ‘Family’ (in cui come dicevo prima si
riflette a cosa porti la rottura del nucleo famigliare, tanto che la canzone
inizia con la domanda ‘Is there a place where i can pay respect for
the death of my family?’ e proprio per questo i suoni dell’elettronica si fanno
più forti, violenti, quasi a voler far esplodere la rabbia per questa rottura)
e per Notget (in cui la visione dell’amore legato alla morte è evidenziato più
volte nel testo, il tutto in un ritmo a tratti etnico), si arriva ad ‘Atom
dance’ dove si avverte una nota positiva dovuta al fatto che anche il dolore in
un sentimento come l’amore aiuta a migliorarsi e fa un invito all’ascoltatore:
‘When you feel the flow as primal love, enter the pain and dance with me’, un
invito che oscilla tra un ammonimento (quasi come un volerlo mettere in guardia
dalla sofferenza d’amore) e un consiglio (a non temere le sofferenze d’amore
perché ci migliorano). Il tutto arricchito a metà canzone dal duetto con Antony
Hegarty. Il disco termina poi con ‘Mouth Mantra’,in cui quasi ringrazia questa
sofferenza che le ha riempito la testa di centinaia di suoni che le permettono
di mettere in musica le sue cicatrici, e ‘Quicksand’, dove è ridondante “When
I'm broken, I am whole And when I'm whole, I'm broken” e in cui termina questo
bellissimo lavoro ribadendo che la sua continuità è sua figlia, che irrompe in
questo flusso di suoni come un raggio di luce in una stanza buia.
Spero che questo mio personale resoconto di
Vulnicura sia condivisibile dalla maggior parte di chi lo ha ascoltato
perché vorrebbe dire che Bjork ha lasciato anche a voi quello che ha
lasciato a me: un pezzo della sua vita mantenuto vivo dai suoni e dalle parole
di queste canzoni, da custodire come esempio di sofferenza altrui che ci
insegni a vedere il dopo, la positività che segue un momento non facile. Per
cui grazie Bjork per averci donato con questo disco una parte intima di te che
spero tutti possano ascoltare con rispetto e profondità.
Voto: 9+
-Cos-
-Cos-
- Stonemilker
- Lionsong
- History of touches
- Black lake
- Family
- Notget
- Atom dance
- Mouth mantra
- Quicksand
Voto 9?
RispondiEliminaTi è piaciuto davvero tanto allora...andrò sicuramente ad ascoltarlo.
Assolutamente sì! Un disco da ascoltare con profondità, cercando di coglierne ogni singola sfumatura. Facci sapere poi la tua opinione :)
RispondiElimina-Cos-