C’era sicuramente una grande
aspettativa dietro questo nuovo album di Chiara. Dopo il buon successo di un
Posto nel mondo la cantante ha sentito il bisogno di fermarsi un attimo e
ritrovarsi (come lei stessa ha ammesso in varie interviste). Sicuramente non
deve essere stato facile ritrovarsi, a pochi mesi dalla vittoria ad XF, nel
calderone musicale del Festival di Sanremo 2013, con una casa discografica che,
volendo cavalcare l’onda del successo, premeva affinchè in contemporanea con
Sanremo uscisse anche il primo disco di inediti di Chiara (che abbiamo
recensito e che potete trovare qui sul nostro blog). Un primo disco che non la
rappresentava del tutto. Ed ora, a distanza di due anni (anche se in realtà
questa è la riedition de ‘Un giorno di sole’ uscito a Ottobre 2014)la
ritroviamo in una veste più matura e sicura. Dopo la brillante esperienza di
questo 65° Festival di Sanremo possiamo confermarlo: Chiara è cresciuta. E non
solo di altezza (come spesso scherzava Carlo Conti per via dei tacchi
vertiginosi su cui camminava Chiara) ma anche artisticamente. In questo disco
la prima cosa che salta all’orecchio è la modernità degli arrangiamenti, che si
rifanno molto a quelli d’oltreoceano. Questi sono, oltre che molto curati (fin
nei minimi dettagli), anche molto piacevoli e immediati, tanto che alcuni
rimangono impressi fin da subito. Troviamo una Chiara che collabora agli
arrangiamenti (per esempio scrivendo la musica di ‘Siamo adesso’) e autrice
(‘L’uomo senza cuore’), una voce più potente e sicura, carica di quelle
sfumature a cui ci ha da sempre abituati. La giusta evoluzione di ‘Un posto nel
mondo’ direte voi? Per certi aspetti si. Per altri invece no. Se da un lato
infatti abbiamo degli arrangiamenti certamente più radiofonici e ‘pop’,
dall’altra a risentirne in alcuni casi sono i testi. Mancano sicuramente quei
testi più profondi anche se meno immediati che caratterizzavano il primo album,
non che gli autori di questo album (Ermal Meta, Dario Faini, Virginio
Simonelli, Pacifico) siano da meno rispetto al primo,anzi. Nonostante questo
però il disco personalmente l’ho trovato più piacevole da ascoltare oltre che
scorrevole. Diciamo che forse la strada giusta per Chiara sia una via di mezzo:
dei testi più strutturati su degli arrangiamenti moderni e molto radiofonici. Una
nota molto positiva è che in questo
nuovo album Chiara dà prova di sapersi districare perfettamente tra tutti i
generi, mantenendo sempre la sua identità artistica: dai ritmi da ballad de ‘Straordinario’,
‘Il rimedio, la vita e la cura’ e ‘Amore infinito’ si passa per il folk di ‘Nomade’
e ‘Ruba l’amore’ fino ai suoni più movimentati di ‘Un giorno di sole’, ‘Che
valore dai’ e ‘La vita è da vivere’, toccando anche atmosfere più acustiche con
‘Qualcosa resta sempre’ e ‘Titanium’. Insomma un album che si fa ascoltare e
anche con molto piacere, anche se mi piace sperare che questo sia l’ennesimo
passo avanti per ascoltare una Chiara ancora più matura che possa cantare pezzi
ben più profondi magari su ritmi alla Florence (a cui non smetterò mai di
accostarla, non perché vorrei che ne fosse una copia, ma perché magari
ispirandosi a lei possa portare un bel po’ di freschezza e innovazione nel ben
poco originale panorama musicale italiano).
VOTO: 7.5
Di seguito il giudizio delle
canzoni una ad una:
STRAORDINARIO: fin dalle prime
note di questa canzone si può notare il gradevolissimo ritorno alle musiche di ‘Due
respiri’ nonostante poi l’arrangiamento si sviluppi a partire dal primo inciso,
dove quell’ “esplode l’universo” è scandito dai battiti forti di un tamburo. Una
gran bella ballad, in cui Chiara si sente sicuramente a suo agio. Un testo un po’
troppo melenso forse ma sicuramente ben costruito e positivo soprattutto (che
non guasta mai). La voce di Chiara è bella più che mai, messa in risalto
soprattutto nei vari ritornelli (che ti restano in testa e non li levi più
neanche a volerlo). Parla di due persone che sia amano, delle insicurezze ma
soprattutto del sentimento forte e sincero che le lega. Emozionante.
UN GIORNO DI SOLE: ritmi più
movimentati rispetto alla ballad precedente, che si contrappongono al testo. Se
da un lato infatti abbiamo un arrangiamento ballabile e ottimista, il testo ha
come tema la fine di una storia d’amore. Nonostante quell’iniziale ‘sveglia
tutti quanti, chiama la polizia’ (io avrei fatto di tutto per iniziare con un’altra
strofa), la canzone prende piede man mano. Certo, una base del genere avrebbe meritato
un testo più articolato, ma comunque è un brano piacevolissimo che ti cattura
sempre più ad ogni ascolto.
IL RIMEDIO, LA VITA E LA CURA: forse
la ballad più profonda dell’intero disco. Un testo sicuramente ben costruito, con
delle bellissime immagini (‘crolli pure la casa di gesso, non resti neanche il
muro, ho soltanto da offrirti me stessa, sarò un posto sicuro’) accompagnato da
un tessuto musicale articolato eppure semplice, con una pioggia di archi che va
e viene. La voce di Chiara a tratti commuove ed emoziona, una gran bella prova
da interprete. Non ce l’avrei vista male sul palco dell’Ariston.
L’UOMO SENZA CUORE: prima prova
da autrice per Chiara. È sua infatti questa ‘L’uomo senza cuore’, e devo dire
che non se la cava affatto male. Aiutata sicuramente da un arrangiamento coinvolgente,
la canzone esplode nel ritornello e anche il bridge è molto orecchiabile. Una
bella prova, superata più che con la sufficienza, sperando che in un prossimo
disco Chiara possa approfondire questo talento nella scrittura magari anche
solo collaborando alla scrittura con qualche autore.
AMORE INFINITO: torniamo al ritmo
da ballad ed è un ritorno in gran stile. Qui la voce di Chiara si fa
sofferente, intensa e molto emozionante. Il testo è pieno di immagini che si
riflettono nei pensieri dell’ascoltatore e che rendono il pezzo uno dei più
intensi di tutto il disco (‘e questa notte scivola, in fondo a un temporale,
che scoppia tra gli applausi e un bacio ad occhi chiusi’), il tutto condito da
un vestito musicale dominato dagli archi.
LA VITA E’ DA VIVERE: una delle
canzoni più belle del disco in cui il messaggio di ottimismo è forte e reso
evidente dalla bellissima voce di Chiara (e si, bisogna ribadirlo ogni tanto,
lo merita). Parla della maturità di ognuno di noi, e nella vita e nell’amore,
maturità raggiunta soprattutto insieme alla persona che si ama (‘l’amore è un po’
di noi che se ne va, ma un passo più vicino alla felicità, ci siamo detti tutto
io e te, ma la vita è da vivere). Anche in questo caso, l’arrangiamento
costellato da vari cori è molto coinvolgente e piacevole.
QUALCOSA RESTA SEMPRE: uno dei
brani con arrangiamento che definirei semiacustico (proprio perché meno
strutturato rispetto ad altri pezzi del disco), il cui arrangiamento rimanda un
po’ ad ‘Artigli’ del primo disco. Il testo è del giovane e talentuoso Virginio
Simonelli. Un brano d’amore toccante, che parla della difficoltà di superare un
momento non facile come ad esempio la separazione tra due persone: ‘e dove
sembra non ci sia niente, qualcosa resta sempre’.
IL VOLTO DELLA VITA: è il momento
della cover di Caterina Caselli portata la sera delle cover all’ultimo Festival
di Sanremo. Una canzone sicuramente arricchita da un arrangiamento quasi da far
west (quando lo ascolto rivedo nella mia testa alcuni spezzoni di Django). La parte
finale è proprio la ciliegina sulla torta di tutto il brano. La voce di Chiara
esplode in tutta la sua bellezza. Fenomenale.
NOMADE: uno dei due brani folk
che danno ulteriore ritmo all’album. Un pezzo sicuramente estivo tanto che mi
immagino ad ascoltarlo in una decappottabile sugli stradoni lungo le coste
italiane. Orecchiabilissima, credo che i primi giorni non smettessi più di
canticchiarla. Il battito di mani nel bridge danno quel tocco di folk in più
che non guasta.
IL MEGLIO CHE PUOI DARE: in
questo via vai di ritmi (si passa da ballad ad arrangiamenti più movimentanti e
folk con grande semplicità mantenendo comunque un’uniformità di fondo che rende
ghiottissimo l’ascolto del disco) ritroviamo un pezzo molto romantico, anche se
qui Chiara sembra rivolgersi direttamente più che mai all’ascoltatore (‘mi
hanno detto che la vita è ciò che accade mentre tu, più del viaggio vuoi la
meta e non ti accorgi che hai di più, quando arriva una salita è per non cadere
giù, non si vince nè si perde, conta il meglio che puoi dare’), come un’amica
che sa sempre consigliarti cosa fare.
SIAMO ADESSO: uno degli
arrangiamenti più belli (a cui ha collaborato anche Chiara stessa),il testo è di
Pacifico (una garanzia). La canzone parla di guardare al presente anche se non
sappiamo cosa sarà dopo, come in un lungo viaggio (magari in compagnia di chi amiamo,
sia esso presente o parte del passato), facendo tesoro delle esperienze passate.
CHE VALORE DAI: uno dei pezzi che
preferisco di tutto il disco. Il brano parla (come suggerisce il titolo) al
valore che diamo alle cose che ci circondano, e di quanto in genere trascuriamo
le cose più semplici: ‘quanto pesa un gesto, un abbraccio perfetto, un incontro
imprevisto sotto un temporale, tu lasciati guardare mentre vai, quest’addio non
pesa se ritornerai’. Infatti la canzone è una sorta di lista di cose ad ognuna
delle quali ci viene chiesto il valore che diamo. L’arrangiamento quasi
elettronico non può passare inosservato (così come molti altri del cd).
RUBA L’AMORE: l’altro pezzo folk
del disco che esprime in tutta la sua positività la spensieratezza di Chiara,
la voglia di vivere e di ridere. Allegra (nel testo e nel ritmo) ma non mi ha
colpito particolarmente.
IL SENSO DI NOI: da quando
dichiarato da Chiara, il primo vero pezzo realizzato per questo disco. Parla infatti
del superamento di una fase difficile in cui ci si chiede quale senso abbiamo
noi ma soprattutto si cerca coraggio e ottimismo per andare avanti nel migliore
dei modi. Questa canzone è un po’ il manifesto di quello che secondo me
vorrebbe fare Chiara in ogni suo disco: trasmetterci emozioni, soprattutto
ottimismo, in modo da lasciarci alla fine dell’ascolto con il sorriso sulle
labbra.
TITANIUM: il disco si conclude
con la cover realizzata nel tour precedente che ha conquistato chiunque l’abbia
ascoltata. La sua voce si adagia perfettamente sull'arrangiamento semplice di
questa versione, abbandonando i ritmi dance e i bassi della versione originale,
come a dimostrare che Chiara può cantare di tutto ma soprattutto dargli un’interpretazione
e un senso unici e
nel suo perfetto e ormai inconfondibile stile.
-Cos-