giovedì 5 febbraio 2015

Il BELLO D’ESSER BRUTTI

La psicanalisi di J-Ax. Ecco come si potrebbe definire il nuovo disco del rapper milanese, ma sarebbe troppo riduttivo per un disco così intimista, che ci parla della rinascita dello zio.
Il suo emblema, infatti, è “Intro” che a differenza di quanto faccia presagire il titolo è una canzone vera e propria e che è stata scritta per ultima ma apre il disco. Il benvenuto a quelli come lui lo da attraverso un video nella Milano notturna, che fa da sfondo ad una confessione vera e propria spinta da un intensissimo flow. “Ricominciare da meno di zero e finalmente sollevare il velo, e raccontarmi veramente, non l’immagine vincente che la gente prova a vendere di se. Non voglio vivere su un grattacielo, solo sputare indietro un po’ il veleno e raccontarmi veramente, lo spettacolo riprende, benvenuti a tutti quelli come me”.

Lo spettacolo riprende articolandosi in 20 brani con lo stile che da sempre contraddistingue lo zio, tra rime crude, simpatiche e intelligenti; con il vario sottofondo musicale che parte dal rap ma che abbraccia punk, rock, reggae e soul (che rappresenta tutto ciò che è “da strada”) senza abbandonare le sfumature pop (vivissime nella radiofonica “La Tangenziale”).

Tutto è impreziosito dalle numerose collaborazioni, che danno vita a brani giocosi. Da Neffa (“Caramelle”) ad Il Cile (nel reggae latineggiante di “Maria Salvador”) passando per la simpatica “Uno di quei giorni” in con Nina Zilli, che regala un sorriso anche grazie al videoclip American vintage, che ad un fan di “Bewitched - vita da strega” come me, non può passare inosservato. Ovviamente non mancano i duetti con i compagni di scuderia nella nuova realtà discografica NewTopia come Emiliano Valverde (in “Tutto o niente”), il fratello Weedo (col quale si lancia in una giocosa “The pub song”, esaltazione della vita estrema tra alcol e droghe, cantata come se fossero ubriachi) e Fedez (nella moderna “Bimbiminkia4life” dove è evidente la mano dub del giudice di X-factor), ma anche i Club Dogo (nell’ego trippin’ di “OldSkull”) e il suo pupillo a “The voice” Valerio Jovine, ex voce dei 99 Posse con cui parla di ricordi in “Un altro viaggio”.
Ed in un certo senso è proprio The voice che fa risuonare la ritrovata popolarità con “Sono di moda”, che fa da contraltare a “Sopra la media” che fa rivivere la periferia in cui è cresciuto.

In questo album Ax si dimostra un bravo cuoco mescolando temi e generi in maniera totalmente naturale e godibile, il cui emblema è “Rock city” dove c’è un bel gioco di ritmi e stili. La realistica “Hai rotto il catso” è  un dito medio alla Merkel e la situazione politica Europea dove la Germania la fa da padrona, mentre decisamente surreale “Santoro e peyote” (che presenta un groove pazzesco). Senza dimenticare il proprio io (Sono un “Ribelle e basta” …e così ci morirò) che può essere l’inno alla bellezza femminile italiana (“Mrs&Mr.Hide) o all’accettarsi così come si è perché è proprio “Il bello di essere brutti” perché siamo “Nati così”.


Chiude l’album “L’uomo col cappello”, il perfetto ritratto del J-Ax attuale, che raccoglie nell’identikit le tante generazioni che trovano voce in quella dello zio.


-Gian-



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