Partiamo dal presupposto che io adoro Florence Welch. La
trovo una boccata d’aria fresca nel marasma musicale odierno, noioso,
raccomandato e scontato!
Cerimonials è il suo secondo album, uscito a distanza di due
anni da Lungs. In questo lavoro Florence ha dimostrato di aver sperimentato
suoni nuovi pur rimanendo coerente con lo stile del primo progetto. Ascoltando
Cerimonials infatti, la nostra mente
viene subito rimandata a canzoni come Rabbit Heart o Cosmic Love ma l’album, a differenza del primo assume
un’impronta più gothic sia nella musica
che nei testi. I cori, le arpe e gli organi, presenti prepotentemente in tutti
i brani, rimandano al gospel e al soul.
Tema ridondante è quello dell’acqua. La cantante si è
lasciata ispirare da Virginia Woolf che nelle sue opere usa l’acqua come
modalità narrativa.
L’album si apre con Only if for a night. Florence narra un
sogno in cui un fantasma le dà la forza per affrontare una situazione surreale.
Il testo e la musica ricreano atmosfere celtiche.
Shake it out è stato il singolo di lancio dell’album, è
sicuramente il più conosciuto. Il brano è un gospel con tanto di organi e
campane. Florence canta di come sia necessario scrollarsi di dosso i rimpianti
per vivere più leggeri.
“ Looking for heaven, for the devil in me, well what
the hell, I’m gonna let it happen to me”.
What the water gave me è ispirato all’ononimo quadro di
Frida Kahlo. E’ un brano folck-rock in cui si fanno notare le arpe. La cantante
ha ammesso che l’acqua è un elemento che la affascina nell’amore, nella moda e
nell’arte e che ha scritto questa canzone pensando alle persone morte nel
tentativo di salvare qualcuno che stava annegando.
Never let me go è per me il brano più bello dell’album.
Sembra costruito per esaltare la splendida voce di Florence. Cantandolo
trasmette calma e relax pur narrando un’esperienza drammatica, forse proprio
perché, quando si è nell’acqua non si può far niente se non lasciarsi andare.
Ascoltandolo mi viene in mente che possa parlare di un suicidio ma più
probabilmente Florence ha voluto narrare la sensazione che si prova
nell’affrontare un momento difficile. Le interpretazioni sono aperte in questa,
come in tutte le sue canzoni. I testi infatti sono tanto affascinanti quanto
difficili da comprendere in senso univoco.
Breaking down può essere considerato l’unico vero
esperimento musicale dell’album in quanto si discosta notevolmente dallo stile
del lavoro precedente.
Lover to lover è una canzone blues, arrabbiata e potente. La
cantante vaga, da amante ad amante, in cerca di salvezza senza trovarla.
No light no light si apre con dei colpi di tamburo; è una
canzone d’amore gospel e rock allo stesso momento.
In Seven Devil la musica e il testo gotico trasmettono
angoscia, ascoltandolo mi sembra di assistere ad un incontro spiritico.
Heartlines si apre con dei suoni tribali, è la canzone dai
toni più ottimistici che possiamo trovare nell’album. Io la interpreto come una
sorta di guido di guerra, un inno alla vittoria.
“Just keep following the heartlines
on your hand! Keep it up! I know you can!”
Con Spectrum abbiamo un tocco di elettronica.
In All this and heaven too Florence canta della difficoltà che ha nel capire il
significato delle parole che dice ma dopotutto comprenderlo non è importante
perché qualunque cosa ella possa dire non sarebbe in grado con le parole di
esprimere i propri sentimenti.
“ Words were never so useful ‘til was screaming
out a language that never knew existed before.”
L’album si conclude con la corale Leave my body.
Cerimonials è un album che si lascia ascoltare, leggero ma
nuovo, coraggioso pur rimanendo ancorato nell’isola rassicurante del pop. Non
ci resta che sperare che nel prossimo album, che dovrebbe uscire nei prossimi
mesi, Florence continui a stupirci e ad incantarci con la sua inconfondibile
voce.
-Nia-