Il giorno dopo la serata finale di Sanremo è sempre un
grande melting pot di commenti, giudizi, opinioni un po’ ovunque nel web. C’è
chi ha il proprio favorito, chi il cantante che proprio non si sopporta, c’è
chi ci sorprende , c’è chi invece ci ha deluso. Un festival come questo , con
20 cantanti, è un bel contenitore musicale, per chi come molti adora questo
ambito. Questa introduzione serve per spiegare un po’ la prospettiva che mi porta
a questo album, Splende. Splende è il quarto album di una cantante che seguo
dagli inizi, dal 2010, quando la sua voce ha iniziato a essere conosciuta.
“Splende” rappresenta a pieno la maturazione che sta vivendo
Annalisa. Questo album come in molti sanno è stato prodotto da Francesco
Silvestre, il cosiddetto “Kekko” dei Modà. Sono io la prima a non essere una
sua fan, né di lui come autore né del suo gruppo. Ero anche io stessa la prima
ad essere scettica e mi domandavo: “Ma una come Annalisa con uno come Kekko che
album potrà mai sfornare?”. Bene , a questa domanda ho trovato il 12 febbraio
una risposta molto esaustiva.
Delle 11 tracce di questo album, due portano la firma di
Silvestre: il primo è “Sento solo il presente”, il singolo che ha anticipato tutto
l’album (insieme a “l’ultimo addio” , secondo singolo prima del percorso
sanremese); il secondo è “una finestra tra le stelle”, il pezzo che Annalisa ha
portato a Sanremo.
Sento solo il presente è uno di quei pezzi che veste
perfettamente l’estensione vocale di Annalisa, però è anche uno di quei pezzi
che se fosse scritto in inglese o in tedesco o in qualsiasi altra lingua
renderebbero decisamente di più. Silvestre è un bravo compositore, scrive certe
musiche perfette per rendere il cosiddetto effetto climax, ma come autore a
parte rare eccezioni proprio non riesco a comprenderlo. Un pezzo come questo
potrebbe essere una bomba atomica, che si ascolta fino all’esaurimento per
quanto ci piace. Però, se ci concentriamo sulle parole capiamo che musica ( +voce)
e testo sono due linee parallele. Nonostante questo , il marchio di Silvestre
si riconosce anche in positivo. Per le oltre 15 mila copie vendute, il pezzo è
certificato d’oro. Voto: 6+.
L’ultimo addio: dopo sento solo il presente, avevo molte
aspettative sul secondo singolo che avrebbe anticipato l’album anche perché si
Kekko scrive pezzi che rimangono in testa, ma per una cantante come Annalisa
questo non basta, bisogna puntare nettamente più in alto, perché certi talenti
come il suo vanno sfruttati a pieno, non così. Sentendo questo brano sembra di
entrare in un mondo diverso dal pezzo precedente, perché si sente un livello
totalmente diverso. Qui oltre alla musica , incentrata su piano e archi
inizialmente, con un’energia e carica che aumenta gradualmente, il testo è
finalmente degno di essere cantato da un personaggio musicale come Annalisa.
Chi ha scritto questo pezzo? Annalisa. Esatto, perché oltre a essere
un’interprete eccezionale, la nostra Scarrone scrive anche molto bene, e
L’ultimo addio ne è la dimostrazione, un pezzo pieno di immagini che rimangono
impresse e con una linea melodica che esalta sia i suoi bassi , che i suoi
falsetti ed acuti, che rimangono delle sfumature mai sentite. Voto: 7 ½ (avrei
dato 7, ma il mezzo voto lo aggiungo per la scelta dell’uscita del pezzo, come
secondo singolo di anticipo).
Vincerò: “Cambierò, sceglierò uno spazio per me, dove posso
urlare e vincere.” è solo una delle frase che racconta in questo pezzo la
voglia di scegliere, di prendere decisioni, un vero e proprio inno al non farsi
dominare dalla paura di sbagliare. In questo pezzo è anche raccontato in modo
velato il suo amore per la Liguria, la sua terra. Questo è uno dei 9 pezzi che
porta la sua firma, e si sente. L’impronta di questo pezzo è decisamente pop
estera, una composizione musicale degna di nota. Sicuramente uno dei pezzi che
rimane più in testa, oltre ad avere un significato nobile e non così banale.
Voto: 7.
Un bacio prima di morire: quando ascolto questo pezzo le
immagini che mi compaiono in testa sono davvero tante, anche perché è uno di
quei brani in cui è inevitabile pensare a dei propri ricordi. Merita
assolutamente di essere ascoltato più volte. Personalmente credo sia una delle
tracce più colme di livelli interpretativi, ma nonostante questo è stata una di
quelle che mi ha colpito meno a livello strumentale. A primo ascolto questo.
Ora decisamente è una delle mie preferite.
Voto: 8-
Una finestra tra le stelle: pezzo Sanremese in pieno stile
melodico orchestrale e vocale. Qui ricadiamo nel tranello Sento solo il
presente. Se avesse avuto delle modifiche in qualche frase, lo avrei definito
come il brano perfetto per Annalisa. Vocalmente perfetto, musicalmente
coinvolgente, Testo pausa. Si pausa, perché se lo si legge separatamente le aspettative
per un pezzo come questo crollano un po’. Quando si sente il complessivo il
testo passa decisamente in secondo piano, perché il valore per esempio di “solo
se mi baci te” acquista il livello di frase perfetta, nonostante separatamente
sia una frase piuttosto non di alto livello.
Nonostante qualche perplessità su dei passaggi, è un brano che coinvolge
e come mostra Itunes e i passaggi radio, piace parecchio. Complimenti comunque
a Kekko per aver valorizzato la sua voce cosi bene, perché la pienezza a
livello di composizione non fa mai si che la voce passi in secondo piano. Voto:
7 ½ (10 per la voce ovviamente).
Splende: un pezzo con un inizio che permette decisamente al brano di avere un'identità tutta sua. Ciò che noto nei pezzi scritti da Annalisa
è che lei tende ad avere una metrica ben decisa, con delle frasi che non sono
particolarmente lunghe, in modo tale da avere dei bei passaggi vocali.
“Lasciami nel dubbio che sia la felicità questo niente” rappresenta un po’ un
testo che parla della fugacità di ciò che avviene. Lo ricollego molto a
vincerò, con un’accento però decisamente più malinconico. Non a caso la canzone
è stata scritta in un momento difficile per Annalisa, con sentimenti
contrastanti che caratterizzano anche “Splende”. Voto: 7.
Se potessi: questa canzone ve lo premetto già è la mia
preferita dell’album per una serie di motivazioni che vi elencherò tra poco.
Si, pianoforte e voce è decisamente un’accoppiata vincente, ma la chitarra
acustica e gli archi di questo pezzo rendono decisamente un’atmosfera degna di
nota. Giulia Anania fa parte della “penna” di questo testo, assieme a Raphael,
leader degli Eazy Skankers, che ha “donato” la sua voce per il bridge e parte
del ritornello finale. Devo dire che le loro sono due voci che stanno molto bene
insieme, si intrecciano benissimo e mi sembra di ascoltare un pezzo in perfetto
stile internazionale. Altro che “il volo “ ragazzi. Voto: 8+
Questo Amore: il fulcro di questo pezzo è per me nel
ritornello, ci sono davvero dei passaggi che rimangono come fotografie nella
testa: “ Ora c’è la tua voce a riaccendere tutto, a pulire macerie di un cuore
distrutto, ora c’è la tua luce a salvarmi a far rinascere questo amore.”. La
mia mente si catapulta a una versione acustica della canzone. Che bomba eh?
Voto: 8.
Niente tranne noi: è un pezzo che mi da la sensazione molto
di un pezzo della Grandi ai tempi di “Lasciala Andare”. Sicuramente molto
radiofonico, uno dei più potenzialmente radiofonicamente popolari. Voto: 7-.
Posizione fetale: è uno dei pezzi più amati da chiunque ha
acquistato l’album, o solo da chi ha ascoltato le anteprime. Questo pezzo si
trova molto sul piano di “La Prima volta” di Non so ballare, album precedente
di Annalisa. Solo che qui viene mostrata una consapevolezza dell’autrice (si
perché Annalisa va definita soprattutto come tale visto la sua capacità di
descrivere e spiegare nelle canzoni ciò che vive). Spero che in una versione
dal vivo venga mantenuta interamente la linea melodica. Anche questo un pezzo
assolutamente sanremese, perché arriva ed è una canzone davvero piena di
valore. “avere un posto in cui tornare, abbracciare il mondo” descrive la
bellezza del ritornello di questo brano. Voto: 8.
Ti sento (cover Matia Bazar): Partendo dal presupposto che è
stato fatto un arrangiamento che rispettasse sia la versione dell’85 di
Antonella Ruggero, sia che non risultasse una delle tante copie che è stata
fatto di questo “cavallo di battaglia” della musica italiana. Tanto per dire,
secondo me questo pezzo era legato davvero alla nostra Annalisa, nata nella
stessa annata. Che sia un segno? Forse si, visto che è stata una delle poche,
se non l’unica, che ha unito tutti i giurati dei vari giornali, della sala
stampa e company (incluso il pubblico presente che da casa) sotto uno stesso
commento: WOW. Ovviamente questa interpretazione e versione non può se non
meritare il massimo. Chissà che magari questo sia davvero lo stile che avrà
Annalisa in un suo futuro ? Voto: 10.
Mi sono dilungata parecchio su questa recensione, convinta
del fatto che certi artisti vadano scrutati a fondo. Annalisa è una delle vere
e proprie perle che va custodita e fatta crescere, sperimentando diverse
strade. L’annalisa di “Non so ballare” non è quella di “Nali (EP)”, né è quella
di Amici , né è quella di “Mentre tutto cambia”, né è quella di “splende”.
Questo mostra però quanti cambiamenti e strade sta percorrendo la cantautrice
savonese , tenendo sempre il meglio di ogni tappa vissuta. E risultati si
vedono davvero, anzi si SENTONO!
-Reb-
-Reb-
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