Ascoltiamo fiumi di canzoni italiane tutte uguali, con
arrangiamenti spesso simili e scontati. In questo marasma ci sono sempre delle
eccezioni, ma si contano davvero sulle dita di una mano. Poi basta scavare tra
i giovani che vivono alla periferia discografica della musica italiana e scopri
delle sorprese davvero formidabili, piene di talento e originalità che
ovviamente non vengono considerate. Una di queste è Andrea Nardinocchi. Il suo
precedente album, Il momento perfetto, mostrava già dei segni di grande
innovazione nel minestrone musicale italiano, ma con questo secondo lavoro,
Supereroe, si supera. Un uso intelligente dell’elettronica (a tratti viene da
pensare ai suoni che costellano il sound internazionale), unito a testi
intelligenti, originali e ben costruiti. Insomma uno di quei dischi da
ascoltare con curiosità, senza pregiudizi e aspettative, per ritrovarsi alla
fine tra le mani una piccola ma bellissima scoperta che meriterebbe sicuro
molta più attenzione da parte della radio, rispetto a un Bianca Atzei tanto per
citarne una.
Il disco inizia con TI
PORTO A BALLARE INTRO in cui possiamo subito notare le atmosfere
elettroniche del disco, quasi entrando in un mondo virtuale di musica,
circondati da parole che ora come ora non sembrano avere un senso preciso
(tanto che il cantante passa dalle parole iniziali della canzone a dei versi
modificati dai giochi elettronici, quasi a voler rappresentare quello che
ascolteremo nel resto del disco, ovvero musica, parole ma soprattutto
divertenti esperimenti e sfoghi artistici). Ma è solo la intro, infatti già nel
secondo pezzo, SUPEREROE (che dà il
titolo all’album) possiamo ascoltare parola per parola la descrizione di un
Supereroe che in apparenza non sembra avere nessun superpotere se non l’amore
stesso che si prova accanto alla persona che si ama. Da un supereroe passiamo a
forse il pezzo più ‘figo’ (permettetemi questa libertà) del disco, COME MICHEAL JACKSON, in cui il
cantante racconta il suo desiderio di diventare come il re del pop fin da
quando era ragazzino. Divertenti e sorprendenti i vocalizzi del cantante,
alternati a giochi elettronici. Fantastico! Il pezzo seguente è ulteriormente sperimentale
fin dal titolo, HU HE, che dimostra
quanto si possa parlare d’amore in una canzone anche senza seguire i soliti
stereotipi. Più classica ma con un testo davvero romantico, è L’UNICA SEMPLICE, in cui si parla del
desiderio e dell’ostinazione con cui si cerca di arrivare alla persona che si
ama e che magari non ci ricambia. Riascoltandola più volte è possibile apprezzarne
il testo oltre che il modernissimo vestito musicale. CORETTI A PALLA ha profumo di pezzo estivo: stima assoluta per quando canta ‘mi dici cambia che
tanto ci sono sempre i Modà’ (lo pensiamo tutti dai). Il cantante esprime la
sua nostalgia per il Funky anni ’70, quello con i coretti a palla, e fa una
velata critica all’ambiente della discoteca. Bella la parte finale in cui
confessa di non essere andato ad X factor per mancanza di coraggio. Torniamo a
ritmi più introspettivi e profondi in SOLI
MAI, dimostrazione della grande versatilità di questo giovane ragazzo,che
passa da pezzi leggeri e movimentati, ad altri più riflessivi e intensi come
questo, in cui affronta la tematica della solitudine e dello stare insieme. Da
ascoltare con attenzione per apprezzarne la sincerità. Proseguiamo su queste
atmosfere in Q.K.V.(quello che voglio),canzone
che esplode nel ritornello sia musicalmente che nel testo, in cui esprime il bisogno
di vivere e di non cercare la propria vita ideale nel sogno. Ritmi lievemente
psichedelici in EH NO, in cui il
tema è l’amore sofferto e in dirittura di arrivo, con una bella metafora sul
mare che accompagna tutto il brano, mentre in SPENSIERATI ENTRAMBI si ricorda con nostalgia qualcuno e si spera
di potersi ritrovare. In COME SEI si
esalta il fatto di essere unici e autentici per quello che si è, mentre il
disco si conclude con GOOD BYE PARANOIA
in cui canta il desiderio di superare le proprie paranoie e dell’importanza del
sorridere che ci fa sentire meglio.
Nel complesso un ottimo lavoro per un giovane ragazzo che
insegna a molti dei cantanti italiani quanto non serva girare il mondo per
arricchire i proprio pezzi di musica elettronica. Un vero talento e una grande
promessa per la musica italiana. Con gli auguri di poter ottenere la visibilità
che merita.
Voto 7.5 -Cos-
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